Lettera da Ettore

<<Caro Johnny, mi salvai. E quando tutto fu finito trovai lontano la mia pace. Per lungo tempo rimasi ancora nelle tane e sui fienili delle nostre colline: era the night, era ogni paura che veniva. E oggi sono tornato qui a vederle, le colline: con i paesi così diversi, colorati da mille nuove case e poi Alba così donna, adulta e orgogliosa con la memoria e il ricordo di quei giorni appostati ad ogni angolo. Le acque del fiume scorrono serene, senza pretendere guado, e intorno cento strade distendono toward the endless ogni libertà. Sai, alla Cascina una lacrima m'è caduta: è stata la ricca meraviglia di un piatto servito e il solito naso bagnato della lupa che ora accoglie solo amici da ogni mondo. Lassù ho ritrovato il padrone e compagno, l'untiring wind che continua a scivolare veloce su creste e versanti. E ritrovo la terra, le discese alle valli, le curve che aspettavamo fasciste, gli umidi rittani delle fughe e i prati in quota che la neve faceva insuperable white sea. Si è conservato il silenzio. E sta cedendo il genetico riserbo degli uomini. Tutti guardano ancora e sempre alla città e anch'io non so dimenticarla nonostante le sbarre: ne custodisco l'appagamento, il muscolo teso della presa. The true hero however are you Johnny! La tua missione non ha tradito, ha sganciato le parole che volevi, svuotato la zeppa dispensa di una nobile solitudine, svelato l'anima magnifica di queste hills, ricordato lo spirito di una preziosa dignità civile costata urlanti sofferenze e che tutti avrebbero il dovere di difendere, always.>>